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Comments
& Critiques :
…...Dimitri Nicolau with his composition “La melodia ritrovata” opus 41
(1976) it not only shows us to have a lot of new and original ideas but also to
know how to write them. A really important composition of the
recent years. The author succeeds in attracting the attention and the
interest of the listener always maintaining an own independence and identity
from schools, fashions of vanguard and taboo. Amfion - TA NEA 16/11/1985
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..." Let us state, with joy, that
D.Nicolau's chamber opera "Music Lesson" ( Lezione
di musica opus 43)
approaches perfection, musically and theatrically, at the same time
..." commented the italian musicologist on "l'Unità" E. Valente.
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"... "Nyctes" by
D.Nicolau, 1st Prize of the II "
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…. nella sua musica Dimitri Nicolau, un autore
sorprendentemente prolifico, adopera con estrema perizia le peculiari caratteristiche
di ogni strumento compresa la voce e spesso con tecniche esecutive non usuali e
sempre con grande originalità di combinazioni timbriche. Parallelamente
numerose composizioni presentano un’ intensa
teatralità e drammaturgia insita. Un altro elemento fondamentale nelle sue
composizioni è il particolare e sempre personale utilizzo della musica popolare
greca e mediterranea: originali melodie inscindibili da un ritmo ricco, vario e
asimmetrico e soprattutto un’assoluta originalità nelle tensioni
armoniche tanto da poter dire e senza timore di smentita che ci troviamo di fronte ad uno stile realmente personale, fatto
rarissimo nel panorama della musica a noi contemporanea. La sua ricerca per il
nuovo è sempre frutto di solida e profonda conoscenza degli strumenti che
adopera sia sul piano delle tecniche che sul piano del
risultato emotivo finale ( mai per esibizione) e questo per arrivare ad
un’opera compiuta, piena, esigente sì per l’ascoltatore ma sempre
appagante nonostante l’originalità. Un altro elemento prezioso interno
alla musica di Nicolau – elemento rarissimo nell’ambito mondiale
della musica contemporanea – è lo humour : leggero,
giocoso, discreto, dionisiaco. Ciò non significa che Nicolau non coltiva con
profondità e coerenza propria il livello drammatico, tragico e ad ampio respiro
la dove sente l’esigenza … Jannis
G. Papaioànnou
…. in his music Dimitri Nicolau, surprisingly a
prolific author uses with extreme skill the peculiar characteristics of every instrument
(included the voice) and often with not ever usual executive techniques and
always with great originality of timbrical combinations. Parallelly numerous
compositions introduce an intense theatricality and inherent dramaturgy.
Another fundamental element in its compositions is the particular one and
always personal use of the Greek and Mediterranean area popular music: original
inseparable melodies from a rich, varied and asymmetrical rhythm and above all
an absolute originality in the harmonic tensions so much to be able to say and
without fear of denial that really finds us of front to a real personal style,
rare fact in the panorama of the music to us contemporary. Its search for the
new one is always fruit of solid and deep knowledge of the instruments that
uses is on the plan of the techniques that on the plan of the final emotional
result (never with pretension or
striving for effect or for
exhibition) and ends up
with works integrated , full of content, attractive,
but also accessible, in spite of their originality, to the listener. A
valuable precious element to the music of Nicolau–often missing in international contemporary
music - is humor: light, playful,
unobtrusive, sometimes dionysiac. This doesn't mean that
Nicolau doesn't cultivate with depth, consistency and proper coherence the
dramatic level, tragic and to ample breath her where it feels the demand. Jannis G. Papaioànnou
…. Ma che cosa ci “raccontano”
le composizioni di Dimitri Nicolau ? Posto che le risposte possono essere
tantissime, tentiamo un’interpretazione: la musica di questo autore ci parla
del desiderio di “vivere bene insieme agli altri”. L’autore
sembra in ogni suo pezzo battere il tasto dei rapporti interpersonali
dialettici, della possibilità di confrontarsi con “gli altri”, di
arricchirsi vicendevolmente di esperienze ed emozioni.
Questo “scambio di doni” è, per chi scrive, il fulcro della sua
musica. Possiamo affermare che l’autore porge rischiando il suo dono, e
l’ascoltatore lo riceve, lo allontana: insomma ci si confronta. Ma questo è possibile proprio perché la musica di Nicolau si
dirige sempre verso chi ascolta e non contro. È proprio questo il motivo per cui è difficile rimanere indifferenti alle sue composizioni:
potranno piacere, le potremmo detestare, ma difficilmente ci negheranno delle
profondi emozioni. Rimarchiamo quest’aspetto proprio perché nel panorama
musicale contemporaneo la musica di questo prolifico autore risulta essere una
delle poche felici eccezioni. È poi doveroso osservare che il discorso
umano e artistico portato avanti da
questo autore assume una ben più grande valenza dal momento che nelle sue
composizioni, questo contenuto, si
trasfigura in espressione artistica compiuta ed originale … Guido
Ricci – in Autoanalisi dei
compositori italiani contemporanei,
Flavio Pagano Editore 1992
….
But what do they "tell" the compositions of Dimitri Nicolau to
there? Sets that the answers can be as,
we try an interpretation: the music of this author speaks there of the desire
to live well together with the others. The author seems in every piece of his
to beat the key of the human
relationships dialectically , of the possibility to compare with
the others to become wealthy reciprocally of experiences and emotions. This
exchange of gifts is, for the one that he writes, the fulcrum of its music. We
can affirm that the author hands risking his gift, and the listener receives
it, he removes it: in short it compares. But this is possible really because
the music of Nicolau is always directed toward who listens and not against. It
is really this motive for which is difficult to remain indifferent to his
compositions: they can like, we could detest her, but hardly they
will deny us some depths emotions. We this proper
aspect because in the contemporary musical panorama the music of this prolific
author results to be one of the a few happy exceptions. It is then
rightful to observe that the human and artistic discourse brought ahead by this
author assumes one well more big value from the moment that in its compositions
this content is transfigured in finished and original artistic expression…
Guido Ricci – in Autoanalisi dei compositori
italiani contemporanei, Flavio
Pagano Editore 1992
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PAESE
SERA,
Lunedì 22 Novembre 1982
Concerti
di W. TORTORETO
L'AQUILA,
22 - La letteratura musicale dedicata alla Resistenza è in Italia piuttosto scarna. Alla ricca fioritura dei canti anonimi dei
partigiani non è seguito l'impegno dei musicisti dotti, per
cui abbiamo oggi una produzione letteraria abbondante, un catalogo nutrito
di opere figurative, ma un indice esiguo di opere musicali sulla Resistenza. La
prudenza, o forse incertezza, dei musicisti, nasce dalla contraddizione tra ii
vitalismo e la tensione morale e civile legati al tema
della Resistenza e un indirizzo creativo condizionato nella musica dal
meccanicismo seriale, dalla razionalità delle combinazioni elettroniche, dal
materismo informale o, perfino, da un'estetica irrazionale che si spinge fino a
teorizzare il silenzio. Eppure, già Thomas Mann aveva
scritto nella prefazione alle «Lettere di condannati a morte della Resistenza
europea»: «Ammiriamo la poesia perché sa parlare proprio come la vita, ma siamo
doppiamente commossi dalla vita che parla, senza
saperlo, proprio come la poesia».
A questo spirito manniano sembra
essersi ispirato il giovane musicista greco-italiano Dimitri Nicolau nel suo
oratorio per soli nastro magnetico e orchestra intitolato
«Canti della Resistenza»
op.31 , eseguito all'Auditorium del castello cinquecentesco
dell'Aquila in prima assoluta. L'oratorio fu scritto nel 1978 quasi di getto e
chiudeva un periodo fortunato per l'autore, del quale il Quartetto n.6 op.28 per archi riportava
in quei mesi uno straordinario successo nell'interpretazione dei Solisti di
Roma nell’auditorium di S. Cecilia.
L'opera
ambisce ad una compostezza classica naturale in un artista di cultura greca.
Essa racconta, in dieci pezzi «chiusi» le esperienze della gente comune alla violenza
raffinata e feroce del terrorismo psicologico e le sofferenze di un muratore,
il quale grida sotto la tortura che «un muratore torturato non significa una
casa di meno». Si evidenzia nel corso del lavoro che l’idea della
Resistenza che Nicolau ci propone supera ma senza eliminare o svalutare quella
storica del popolo partigiano contro il fascismo e nazismo. Egli va verso
quella resistenza umana interiore e questo rende il suo oratorio molto più originale e stimolante. L’ ampia parabola
che prende spunti da autori e poeti come Brecht, Vassilikos, Panagoulis si conclude con le citazioni del poeta turco Nazim Hikmet, il
quale giunse, attraverso la prigionia e l'esilio, ad amare sempre più coraggiosamente
le donne e tutti gli esseri umani e una vita così diversa da quella vagheggiata
in gioventù.
Come Hikmet, anche Dimitri Nicolau ha
scoperto la sua strada nel canto “tradizionale” e nel linguaggio
della sua gente. Il primo e più vistoso carattere
della sua musica è una vitalità mediterranea incontenibile espressa con una
prodigalità ritmica che spazia liberamente da ritmi di danze a raffinatezze poliritmiche complesse e affascinanti.
Le citazioni, esplicite o dissimulate, spaziano nel lungo lavoro dalla poliritmia
che sempbra direttamente ispirata allo stile dell'americano
Ives, fino agli abbandoni melodici che ricordano Mahler o al suono del
corno trattato con procedimenti stilistici brahmsiani. Ma l'elemento che
impressiona di più è il gusto di un'invenzione melodica tesa esplicitamente
alla comunicatività.
Il coraggio di questa «prima» va
anche a Vittorio Antonellini, direttore artistico dell'istituzione sinfonica,
abruzzese che ha finanziato il programma, mettendo anche a disposizione la sua
orchestra. La quale ha lavorato con insolita determinazione,
conseguendo risultati eccellenti nell'amalgama del difficile lavoro e nella
fitta animazione timbrica. II direttore Vittorio Paperi ha strutturato l’opera in un organismo compatto.
Efficacissimi i cantanti Elvira Spica,
Leonia Vetuschi e Walter Alberti, impegnati da una scrittura accortissima e
molto sapiente, ma pure tra le più dure ed esigenti per la voce. Ai tre ottimi
interpreti si sono affiancati, nelle parti narrative o rievocative, le voci ben
ritmate di due attori inseriti con naturalezza nel tessuto sonoro, Luigi Mezzanotte
e Federica Giulietti. Il successo della serata è stato trascinante.
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Dimitri Nicolau
Four sax dances, op. 164 for Saxquartet
Scelto per la celebrazione delle Olimpiadi culturali di Salonicco del 2004, progetto europeo che vede coinvolti paesi della Comunità
economica europea attraverso associazioni culturali ed enti statali e locali,
questo pezzo, che la Filodiffusione ha l'onore di presentare in concomitanza
con l'importante manifestazione europea, nasce dalla prolifica e raffinata mano
di Dimitri Nicolau, compositore italiano con origini greche.
In questa piccola opera si condensano più novità:
l'organico non tradizionale elevato al rango del quartetto classico, l'interpolazione
del melodiare della musica popolare greca e italiana con le complesse
architetture ritmiche contemporanee ispirate alla danza. Il respiro di questo
piccolo saggio musicale si disvela netto, gli
equilibri mantenuti con leggerezza, una mano felice vi infonde una rara grazia.
Personaggio di rilievo, Dimitri Nicolau proviene
dalla scuola musicale del secondo Novecento italiano ed europeo. Le origini
greche lo rendono complesso nell'elaborazione di una propria weltanschauung
musicale e ne rendono evidenti i tratti che conducono ad un confronto dialettico
con la tradizione. Da una sua intervista, le parole: "devo
dire che il 1965, anno del mio arrivo in Italia, coincide con la scoperta di un
compositore che allora ignoravo: Bruno Maderna. Di lui mi colpì (come anche nei
suoi lavori successivi) la libertà espressiva, la non paura di
essere "melodico". Questa scoperta confermava che la mia esigenza
di creare musica espressiva procedendo per emozioni e non per logica non era
follia. Altri compositori che ricordo sono Skalkottas,
Ives, Lutoslawski, Sostakovic".
Si aggiunge alla sua visione la convizione di un
filone che scende da Bartók e Janácek: "la musica
popolare è come la vitalità, da sola non basta per essere autentici e autenticamente
creativi, però senza si rischia l'astrazione, l'astrazione non propriamente
artistica, quella anaffettiva". E' dunque così che "la musica etnica
assume via via nella sua produzione musicale un ruolo fondamentale" non
ostacolando però una visione sovranazionale maturata dalle
esperienze culturali italiane e francesi prima e nordeuropee poi.
Cosa che rende Nicolau un
musicista europeo in una nuova concezione della contaminazione di scuole come
per secoli è avvenuto. Abbandonando difatti i cliché, Nicolau riflette musicalmente
sul rapporto tra "radici", "identità" e incontro di "identità" sostenendo nella complessa e raffinata
ragnatela melodico-ritmica la continua osmosi di simboli che si ritrovano
organizzati in una leggera ed aerea costruzione di contrari. Luca Mencaroni
( Rai – filodiffusione Agosto 2004)
MARCO CECCHINI: I Canti dalla resistenza di Dimitri Nicolau
per leggere lo scritto clickare qui
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La musica di Nicolau è caratterizzata da una grande verve ritmica che conferisce alle sue opere una vitalità in grado di creare un immediato rapporto dialogico con l’ascoltatore: l’autore usa un linguaggio musicale privo di quel vuoto intellettualismo che a volte rende la musica fruibile soltanto ad una ristretta élite di eruditi creando una barriera tra pubblico e compositore, predilige invece soluzioni formali eleganti ed efficaci che arrivino direttamente all’interiorità dell’ascoltatore, il quale per empatia ne coglie emotivamente il significato, grazie anche all’uso di un’abile orchestrazione e di raffinati espedienti tecnici. Si crea così un vero e proprio dialogo tra autore e ascoltatore che porta ad un arricchimento culturale ed umano reciproco. Rosanna Scimia, Note di Sala per "Commedia Armonica"
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